sabato, ottobre 21, 2006

Tre anni per partorire un Piano regionale mai seguito

1982 D.P.R. 915
La prima legge quadro in Italia disciplinante la materia è del 1982. Tra le diverse indicazioni della legge la più importante, per l'aspetto che stiamo valutando, è la necessità di redigere un piano regionale che affronti la problematica dello smaltimento, definendo il quadro della produzione e programmando gli interventi strutturali che sono indispensabili a raggiungere l'autosufficienza impiantistica territoriale.

10.2.1993 Legge Regionale n. 10:
Vengono costituiti i consorzi di bacini di comuni; si propone di raggiungere nel triennio 1993-1995 una riduzione fino al 50 per cento dell'utilizzo delle discariche, grazie in particolare alla raccolta differenziata, al riciclo e riuso dei materiali ed alla compattazione dei rifiuti.

11.2.1994 Prima Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che nomina il Prefetto di Napoli commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania al commissario era demandata la gestione quotidiana dei rifiuti, nelle more dell'emanazione da parte della regione Campania di un piano regionale di smaltimento.
3.3.1995 La Giunta Regionale approva un piano di smaltimento redatto dall'ENEA, che non sarà mai approvato dal Consiglio Regionale e, di conseguenza, non trovò alcuna applicazione a causa della conclusione della legislatura regionale.

18.3.1996 Seconda Ordinanza del Ministro dell'Interno che nomina il Presidente della Regione commissario di Governo per la predisposizione di un piano degli interventi di emergenza ed attribuisce al Prefetto di Napoli i poteri per l'individuazione dei siti fino all'entrata in vigore del Piano Regionale.
I primi passi del Prefetto di Napoli in qualità di Commissario sono quelli di requisire le discariche private, affidandole in gestione all'ENEA, per consentire a tutti i comuni campani di utilizzare anche questi impianti per lo smaltimento dei propri rifiuti. In particolare, i provvedimenti riguardano le discariche Ardolino di Piazzola di Nola e Iovino di Palma Campania, che vengono dissequestrate dalla magistratura per consentire il loro utilizzo da parte della struttura commissariale.
In una seconda fase, con la proroga dello stato d'emergenza al 31 dicembre 1995, viene requisito l'impianto DiFraBi, affidandone la gestione all'ENEA; vengono poi requisite le attrezzature della società Ecologica Meridionale e della SoGeRi per utilizzare le discariche site ad Uttaro e Castelvolturno, in provincia di Caserta, a servizio rispettivamente dei consorzi CE3 e CE4.
Il Prefetto prevede la realizzazione di nuove discariche, che consentirebbero l'autonomia di smaltimento della regione, in assenza di una riduzione dei quantitativi di rifiuti, fino al dicembre 1999.

31.12.1996 La Giunta Regionale approva il Piano Regionale redatto da un gruppo di docenti universitari nel quale si prevede la realizzazione di 6 termodistruttori.

5.2.1997 Promulgazione del Decreto legislativo 22, noto come "decreto Ronchi" 10.2.1997 recante "Attuazione delle direttive 91/156/Cee sui rifiuti, 91/689/Cee sui rifiuti pericolosi e 94/62/Cee sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio". All'epoca i più entusiasti parlarono di una vera e propria rivoluzione nella gestione dei rifiuti.


14.7.1997 Adeguamento del Piano Regionale al "decreto Ronchi":
In occasione della redazione del Piano di gestione regionale, il quadro gestionale dei rifiuti che viene fotografato in quel periodo è abbastanza sconfortante.

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