Nel dicembre del 2000 il nuovo Prefetto di Napoli, Carlo Ferrigno, e nuovo Commissario di Governo per l'emergenza dichiara alla Commissione Bicamerale:
"Vorrei innanzitutto farvi un quadro sintetico della situazione. Il gruppo tecnico che era stato nominato a suo tempo, costituito da sette unità provenienti da amministrazioni pubbliche ed enti pubblici specializzati, a seguito di verifiche effettuate ha fornito delle indicazioni in seguito alle quali è stata disposta la prosecuzione dell'attività di smaltimento per le nove discariche in esercizio nell'intera regione Campania che, alla data del 31 marzo scorso, avevano quasi tutte esaurito la loro capacità di progetto.
Prima di fornire specifici elementi informativi per ciascuna discarica, volevo sottolineare che il conferimento dei rifiuti ben oltre il piano della campagna circostante sta determinando rilevanti problemi igienico-ambientali e tecnici.
Il primo problema è quello del notevole impatto visivo che ha acuito il disagio e le proteste degli abitanti e degli amministratori che sollecitano l'immediata chiusura degli impianti. Lo smaltimento in sopraelevazione comporta, d'altra parte, rilevanti difficoltà gestionali.
Si deve infatti assicurare, anzitutto, la stabilità delle rampe di accesso al sito di scarico per garantire la sicurezza degli operatori addetti al conferimento dei rifiuti, evitando il fondato pericolo di ribaltamento dei mezzi operativi. Il secondo problema è la regolarità della pendenza delle scarpate, realizzate alle condizioni limite di stabilità, con la predisposizione di idonei canali di scolo delle acque meteoriche. Vi è poi l'esigenza di una perfetta ricopertura giornaliera dei rifiuti al fine di evitare il trasporto delle sostanze leggere oltre il limite della recinzione. Infine occorre assicurare il sollecito allontanamento del percolato da contenere all'interno delle superfici impermeabilizzate.
A ciò consegue naturalmente che la prosecuzione dell'attività di smaltimento comporta il rinvio delle operazioni di bonifica e sistemazione finale già programmate, con la sigillatura della discarica e la captazione del biogas, in quanto bisogna adeguare i relativi progetti alle nuove configurazioni che andranno ad assumere i siti utilizzati.
Dai sopralluoghi tecnici effettuati presso le discariche in esercizio è emerso che l'intero sistema, se ulteriormente condotto oltre gli accettabili livelli di tollerabilità e di sicurezza, potrà subire un grave collasso, con imprevedibili ripercussioni sotto il profilo geo-ambientale. Il sovraccarico dei rifiuti sul fondo potrebbe infatti compromettere la tenuta delle opere di impermeabilizzazione, con la naturale cessione in falda del percolato prodotto. Inoltre, l'eccessiva altezza in sopraelevazione induce possibili condizioni di instabilità delle scarpate, con l'eventuale scivolamento della massa dei rifiuti fuori dell'area impermeabilizzata.
In questo quadro di riferimento, si registra con estrema preoccupazione che anche i progetti varati dal presidente della regione, commissario per la costruzione degli impianti di termovalorizzazione e degli impianti di produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR), che sarebbero dovuti entrare in funzione entro il corrente anno, stanno subendo inopinati ritardi per effetto di ripensamenti o di opposizioni posti in essere, anche questa volta, dagli amministratori locali nonché da forze politiche e sociali."
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